ippogrifo

Curiosità e Spigolature

Aneddoti storici (forse non sapevi che…) — a cura di Giulio Peretti

 

Frutti di mare “alla Cleopatra”

La regina Cleopatra è stata una donna formidabile. Allatta al seno, va in guerra, parla una moltitudine di lingue. Sfortunatamente non è conosciuta per la sua politica all’avanguardia in campo culinario, nel quale ebbe un momento di gloria abbagliante. Lasciate che ve ne parli.

Alla corte di Alessandria d’Egitto la regina e il suo amante, il generale Marco Antonio, erano soliti dilettarsi in passatempi di lusso degni del loro rango. Plinio il vecchio, nella Historia naturalis, racconta che un giorno i due fecero un’insolita scommessa: chi fosse riuscito a servire il banchetto spendendo più soldi avrebbe vinto il gioco. Antonio si diede gran daffare per trovare i cibi più esotici e pregiati che ci fossero, e ne fece servire quantità pantagrueliche, arrivando a spendere milioni di sesterzi. La sovrana, invece, dispose di farsi portare una coppa piena di aceto. Allora si tolse un orecchino di perla, che, a detta dello storico, era la più grande mai vista, unica in natura, inestimabile. Quindi disciolse il gioiello nell’aceto e lo bevve con nonchalance, buttando via un patrimonio incalcolabile. E vincendo la scommessa.

Se avete l’acquolina, non temete: per replicare la ricetta bastano 300ml di aceto ed una perla grossa come un mandarino. Servire freddo.

 

Non ci sono più i politici di una volta

I politici non sono più quelli di una volta: tutti rimpiangiamo i bei vecchi tempi. Il politico medio oggi è così rammollito che basta qualche sparo per farlo fuori; sarete sorpresi nel saperlo, ma non è sempre stato così.

Corre il 1866: un uomo di cinquantun anni passeggia per viale Unter den Linden, a Berlino. Si chiama Otto von Bismark, è il cancelliere del regno di Prussia ed è intenzionato,tra qualche mese, ad andare in guerra contro l’Austria. La passeggiata è interrotta da due colpi di pistola. Si volta di scatto e vede un uomo che gli punta un revolver fumante. Senza esitare Bismark gli si fionda addosso e lo afferra, ma l’uomo fa in tempo a sparare altri tre colpi. Arrivano le guardie, arrestano l’attentatore e controllano la vittima: tutti e cinque i proiettili sono andati a segno, ciascuno ferendolo di striscio o rimbalzandogli sulle costole. Il politico, per cui il soprannome “cancelliere di ferro” è quanto mai azzeccato, rifiuta i soccorsi e continua a passeggiare.

Ohimè,le nuove generazioni si sono infiacchite.

 

Breve storia di una pessima idea

Anche i migliori commettono errori stupidi. Se stai avendo una giornata fallimentare, senti cosa capitò quando mille inglesi attaccarono battaglia contro un esercito quattro volte superiore.

Zanzibar è un modesto arcipelago nell’odierna Tanzania, in Africa centro-orientale. Alla fine del 1800 era un regno indipendente, in zona di influenza britannica. Nell’ agosto del 1896 il trono fu occupato dal giovane sultano Khalid bin Bargash. Khalid non andava affatto a genio al console inglese Basil Cave, che gli inviò un ultimatum ordinandogli di lasciare il palazzo. Il sultano, al comando di forze quattro volte superiori a quelle britanniche di stanza, sapeva di essere in netto vantaggio. Ebbe così il buonsenso di ignorare il diplomatico inglese. Quando, alle 9:00 del giorno dopo, l’ultimatum scadde, la reazione dell’impero fu pacata e ragionevole: quaranta minuti dopo la flotta zanzibariana era affondata, il palazzo reale non esisteva più e il sultano era fuggito dall’isola perdendo centinaia di soldati; tra gli inglesi, ora in totale controllo della cittadina, c’era stato un solo ferito. Neanche grave.

Come ti aspettavi potesse finire scusa?

 

Il giovane soldato dell’esercito polacco

Ahimè, la seconda guerra mondiale coinvolse chiunque. Neppure i vecchi furono risparmiati dal servizio. Neppure le donne, né i bambini. Oggi vorrei raccontare di un soldato alquanto peculiare, l’ennesima giovane anima risucchiata dal pantano di sangue e fango che è la guerra.

Nacque tra le montagne dell’Iran nel 1942. Il piccolo, rimasto orfano, fu curato per un po’da una ragazza, che dopo alcuni mesi lo affidò al generale polacco Spiechowicz. A neanche un anno di età era già tra i militari,i quali gli diedero il nome Wojtek, ovvero “amante della guerra”. I soldati, evidentemente non pratici di neonati, lo facevano dormire in tenda, in una specie di cassa di legno, lo nutrivano con frutta e miele, gli facevano bere vodka e birra, si divertivano a lottarci e a farlo fumare. Proprio così. Fu registrato come soldato regolare e si imbarcò, a seguito degli Alleati, per l’Italia. Nel ’44, a soli due anni, il povero Wojtek partecipò alla battaglia di Montecassino, dove pare che abbia aiutato a trasportare delle munizioni. A guerra finita fu portato in Scozia. Morì nel ’63 nello zoo di Edimburgo: ormai era alto 1,80m e pesava oltre 250kg.

Forse mi sono scordato di dire che Wojtek non era un uomo, ma un orso bruno. Comunque irrilevante ai fini della storia.

 

Non ci sono più i politici di una volta 2

Vorrei rinnovare il discorso sull’invulnerabilità dei politici d’altri tempi, sempre più convincente e fondato. Abbiamo parlato del coriaceo Bismarck. Parliamo della elusiva regina Vittoria.

Un po’di dati scientifici. Attentati alla regina: 8. Attentati che le hanno causato qualche danno fisico: 1. Attentati che l’hanno uccisa: nessuno. Bene, iniziamo.

1) La nostra avventura comincia nel 1840: incinta del primo figlio, la ventunenne regina passeggiava in carrozza quando un tale le sparò due volte, due volte mancandola. Verdetto per l’attentatore: manicomio. 2) Due anni dopo, sempre durante una passeggiata, un uomo tentò di spararle, ma l’arma non fece fuoco. 3) Il giorno seguente lo stesso tale riprovò, facendo progressi. L’arma sparò, inevitabilmente mancando la regina. Esilio a vita. 4) Trentaquattro giorni dopo si presentò un nuovo sfidante, stavolta con una pistola carica di tabacco. Che simpatico. L’idea gli costò sette anni di carcere con fustigazione. 5) Nel 1849 un irlandese arrabbiato le sparò contro un intero revolver. Caricato a salve. Sette anni di carcere con fustigazione. 6) Ecco il momento più buio, quando un uomo la colpì con il bastone da passeggio procurandole una ferita e rovinandole il cappello: sette anni e fustigazione. 7) 1872, un giovane che voleva presentare una petizione alla regina, per essere più persuasivo, pensò bene di farlo tenendo in mano una pistola scarica. In un nanosecondo fu bloccato e arrestato, pronto per un anno un carcere. 8) Ultimo, 1882. L’ennesimo attentatore spara alla regina, colpendola. Scherzo, mancandola. Riconosciuto pazzo, finisce in manicomio anziché sulla forca. Che fortunello.

C’è poco da fare: ai tempi non li tiravi giù facilmente. Specie poi senza proiettili o con un bastone da passeggio.