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Intervista sulla DAD Alla prof.ssa Paola Giombini

 

La pandemia e l’istruzione: intervista alla professoressa Paola Giombini, docente di italiano e latino.

 “La situazione di pandemia ha creato confusione non solo a noi studenti e ai professori, ma anche per quanto riguarda la vera e propria organizzazione dell’Istituto. In veste di vice preside, come è stato doversi adattare alle varie direttive e modificare l’assetto della nostra scuola?”

Adeguarsi alle nuove direttive è stato molto impegnativo perché ha significato riorganizzare completamente l’attività didattica dagli spazi alla segnaletica per camminare lungo i corridoi, ai disinfettanti, allo scaglionamento delle uscite e poi la ricreazione senza uscire dalla classe, le regole per la DAD, e potrei continuare a lungo.

Ma la cosa che come scuola ci ha veramente messo in difficoltà sono state le disposizioni che cambiavano continuamente, smentendo quello che avevano appena prescritto, mentre ci affannavamo a metterle in atto: ho trovato questo modo disorganizzato e confuso di procedere, con richieste sempre diverse, non solo faticoso, ma anche destabilizzante e poco rispettoso del nostro lavoro, pur comprendendo l’eccezionalità della situazione. Il nostro Istituto ha potuto contare fortunatamente su un Dirigente “sempre sul pezzo”, che ha tenuto costantemente la situazione sotto controllo, cogliendo nell’emergenza l’opportunità di dotare la scuola di tutti gli strumenti necessari, ad esempio con il cablaggio di tutte le aule. Anche il supporto dell’Ufficio tecnico è stato fondamentale in questa circostanza.

“Se le è capitato, ci racconti un episodio divertente avvenuto in DAD, qualche figuraccia fatta dagli studenti durante una sua lezione.”

Sì, qualche situazione imbarazzante si è verificata. Mi è capitato ad esempio di rivolgere domande a studenti con la telecamera chiusa che chiaramente erano altrove e nonostante l’invito a “farsi vedere” non hanno risposto; c’è chi ha interrotto più di una volta l’interrogazione che non andava bene con la scusa (molto evidente!) della connessione che non funzionava. Ho visto molti impegnati durante la lezione a seguire i messaggi sul cellulare, poi i gatti che saltavano sulle tastiere, genitori che seguivano non troppo nascostamente le interrogazioni (per dare in sede di colloquio i loro personali giudizi, argh!)  o fratelli minori che facevano delle simpatiche apparizioni. Nella maggior parte dei casi tuttavia ho trovato gli studenti attenti e corretti.

“È risaputo che questo è stato un periodo molto duro, sia per i professori che per gli studenti. Ognuno di noi ha sofferto a modo suo per la forte pressione dovuta sia alla situazione di per sé, che all’elevato carico di lavoro. Quale consiglio ed incoraggiamento si sente di dare agli alunni della nostra scuola?”

Capisco che, al di là di ogni considerazione, la situazione è difficile sia dal punto di vista psicologico sia didattico. A me sembra che gli studenti per lo più abbiano risposto bene, adattandosi alle nuove modalità di lavoro e alle nuove regole della vita scolastica e per questo hanno tutto il mio apprezzamento. Oltre a sperare, come tutti, che l’emergenza finisca presto, mi sento di invitare i ragazzi a dare il massimo senza demotivarsi perché tutto quello che fanno è nel loro interesse: dalla loro preparazione dipende il loro futuro prima negli studi universitari e poi nella carriera lavorativa e professionale, perciò non devono mollare e non devono adagiarsi trovando una giustificazione nelle difficoltà create dalla pandemia. Da parte di noi insegnanti troveranno tutta la comprensione e tutto il sostegno possibile.

“Secondo lei la modalità utilizzata lo scorso anno per l’esame di Stato ha preservato la possibilità di mostrare le conoscenze acquisite in cinque anni di liceo oppure ha penalizzato gli studenti? Cosa si aspetta dagli esami di quest’anno?”

È evidente che nella valutazione finale la mancanza di due prove scritte abbia inciso nel bene e nel male e, a mio parere, penalizzato gli studenti più brillanti; In ogni caso alla luce dell’esperienza dell’anno passato posso dire che i risultati mi sono sembrati abbastanza equilibrati.

“Che cosa può aver portato di positivo agli studenti questa DAD? Come pensa che influirà sul nostro futuro l’esperienza vissuta dagli alunni in questi ultimi due anni (sia in positivo, che in negativo)?”

Penso che la DDI (didattica digitale integrata, che è il nome “tecnico” della DAD) sia una risorsa senza la quale, nell’impossibilità di seguire le lezioni in presenza, avremmo perso mesi di attività. La scuola in particolare noi insegnanti ci siamo in breve tempo attrezzati a lavorare sulla piattaforma e penso che questo sia un aspetto positivo dell’ emergenza. Per quanto riguarda gli studenti, penso che abbiano acquistato maggiore autonomia nello studio, senso di responsabilità, spirito di adattamento; certo non tutti hanno visto questa circostanza come un’opportunità: alcuni hanno perso motivazione, hanno sofferto per l’isolamento, altri ne hanno approfittato per sfuggire all’impegno. Il contatto con il docente, i compagni, la vita sociale della scuola danno un altro valore e un’altra efficacia all’attività didattica; la mancanza delle prove scritte in presenza, specialmente in discipline come il latino, il greco, la matematica, l’inglese, etc. indebolisce senza ombra di dubbio la preparazione. Dunque è evidente che sotto questo profilo la formazione degli studenti è stata danneggiata; se poi guardiamo quello che è accaduto e sta tuttora accadendo in una prospettiva più ampia, gli insegnamenti che possiamo ricavare o meglio le riflessioni che possiamo fare sono molte, prima fra tutte che non bisogna mai dare nulla per scontato, poi l’importanza delle cose più semplici, come il poter stare insieme, i nostri limiti di uomini, ma anche la capacità di essere solidali, di reagire, e potrei continuare dicendo probabilmente tutta una serie di ovvietà, comunque niente che chi ci ha preceduto nella storia non abbia già detto e sperimentato: a scuola studiamo anche questo.

 

Intervista a cura di Aurora Ferazzani, progetto svolto in collaborazione dalla IV B 2020-21