ippogrifo

Le tredici persone che mi hanno uccisa (una recensione)

Titolo: Tredici

Autore: Jay Asher

Casa editrice: Mondadori

Data di pubblicazione: 18 ottobre 2007

I protagonisti della storia sono Clay e Hannah, entrambi innamorati l’uno dell’altro senza mai poter stare insieme: Hannah muore e Clay avrebbe potuto evitarlo, forse. La ragazza si toglie la vita a seguito di un effetto valanga provocato da ben 12 persone, che lei incolpa della sua morte. Infatti, prima di ingerire delle pillole e addormentarsi per sempre , registra 13 cassette che poi spedisce alle persone sulla sua “Lista”. Hannah, è una ragazza determinata, una lottatrice, che cerca in tutti i modi di superare le difficoltà in cui si imbatte. Purtroppo nessuno è in grado di aiutarla e perciò la sua fine arriva presto.

Clay è un ragazzo per bene, un bravo studente, uno di quei ragazzi che tutti lodano; l’opposto di Hannah, o così sembra. Tanto che lei si interessa a lui proprio per questo: per la sua perfetta reputazione. (“È solo che non riuscivo a credere che una persona potesse essere così fantastica.”)

Clay, che non conosce nulla della vita di Hannah, di cui viene a sapere solo ascoltando tutte le cassette, cambia il suo modo di fare e di vedere gli altri; per questo lo si definisce un personaggio dinamico. Alla fine della storia infatti, capirà i suoi errori e non permetterà che vengano commessi ancora. Altri personaggi citati nella storia sono Justin, Marcus, Courtney, tutte persone che agli occhi di Clay, come a quelli degli altri, sembrano perfetti, ma con le cassette si scopre davvero chi sono e cosa nascondono.

Il suicidio è il principale tema del romanzo. Gli adolescenti spesso sembrano felici e contenti, ma in realtà nascondono la loro grande battaglia: continuare a vivere. Molti danno dei primi segnali, per esempio cambi di look drastici oppure l’abbandono di oggetti a loro cari. Ma le persone, anche se sensibilizzate, sembrano non prestare attenzione a tutto ciò. (“Molti di voi ci tenevano, solo non abbastanza.”). Un altro tema affrontato è lo stupro, ma in questo caso non si analizza lo stupratore o la vittima, ma come due testimoni, tra cui Hannah, non facciano nulla per la vittima e vengano mangiati vivi dal rimorso, dalla paura, dalla vergogna, dalla rabbia… Si da così una chiave di lettura diversa a questo argomento spesso affrontato nei libri. Altri temi di cui si parla sono lo stalking, le false apparenze che spesso ci ingannano, i pettegolezzi e come questi possano distruggere le persone, il senso del giusto e sbagliato negli adolescenti, il non coraggio di molti, le amicizie che possono terminare per dei ragazzi e molto altro.

I giudizi e commenti di Clay alle cassette rendono vivace la narrazione e sembra quasi che Hannah sia ancora viva, tanto che il ragazzo la immagina davanti a sé. Questo altalenare tra presente e passato a volte però risulta fastidioso: fa perdere la concentrazione al lettore e rallenta il ritmo della lettura. Alcune informazioni sulla famiglia di Hannah sono poi assenti e questo potrebbe non piacere al lettore; l’autore avrebbe benissimo potuto prolungare la storia aggiungendo delle spiegazioni sull’assenza dei genitori, ma ha deciso di non farlo.

Alla fine del libro si trovano poi delle parti omesse dallo scrittore tra cui un finale alternativo. Il lettore si trova davanti a un bivio, non sa più se scegliere il finale vero e proprio, scelto dello scrittore, o l’altro. Entrambi i finali sono significativi, lasciano un’impronta e danno un senso all’intera storia; anche se il secondo può rimanere più scontato, banale: un cliché.

L’autore infine, è Jay Asher. Nasce il 30 settembre 1975, ad Arcadia, in una famiglia che lo asseconda da sempre in vari suoi interessi, dal suonare la chitarra alla scrittura.

Il suo primo romanzo è stato proprio Tredici, con il quale ha subito fatto scalpore, vincendo anche vari premi tra cui l’Oscar Absolute. Per di più Netflix ne ha creato una serie televisiva, uscita nel marzo del 2017, dieci anni dopo la pubblicazione del celebre libro.

Emma Sparaciari, II F 2022-2023