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Trieste, un viaggio per imparare

 

Dopo tre anni di pandemia, è finalmente potuta ricominciare un’iniziativa molto amata dagli studenti: la gita d’istruzione. Quest’anno le classi quarte hanno potuto fare, per la prima volta da quando hanno iniziato le superiori, questa emozionante esperienza.

In particolare, la meta delle classi degli indirizzi scienze umane ed economico sociale (nello specifico 4E, 4F, 4G, 4L e 4I) è stata la bellissima città di Trieste. Ad accompagnare gli studenti sono stati i Proff. Ramazzotti, Lorenzetti, Durastanti, Sarti, Sindila, Taglianini, Lecchi e Cardinali.

Le classi hanno potuto fare un tour guidato della città, apprendendone la storia, l’arte e la cultura. Oltre a questo, è stata organizzata una visita al Centro Basaglia, ex manicomio di Trieste. Qui gli studenti hanno potuto fare esperienza di una vecchia realtà della nostra storia italiana, quella dei pazienti che venivano ricoverati, o meglio segregati, in istituti psichiatrici di salute mentale, in cui, purtroppo, invece di essere aiutati e curati, venivano trattati in modo disumano. Una delle prime cose a stupire quando si entra nel centro è la grandezza del posto: un tempo era una vera e propria realtà a sé stante e autosufficiente, isolata dalla società, perché i pazienti considerati malati di mente erano visti come elementi di disturbo e ritenuti pericolosi. La gente aveva paura di loro e tale stigma sociale è, per molti aspetti, ancora oggi presente.

È stato poi con l’arrivo di Franco Basaglia, nominato direttore del manicomio nel 1971, che la situazione è cambiata e migliorata. Basaglia, come hanno raccontato le guide, è riuscito a decostruire il manicomio: ha rotto le barriere tra malati e infermieri, tra la città e l’istituto stesso, che era considerato all’epoca una vera e propria “città dei matti”. Grazie a Basaglia si è giunti a una vera e propria riforma del manicomio, iniziata ufficialmente con la Legge 180 del 1978 che decretava la chiusura di ogni istituto psichiatrico d’Italia. Riforma che però ha preso piede molto lentamente, e non senza ostacoli e opposizioni.

Attualmente è un centro di salute mentale ed è aperto a tutti. Si svolgono al suo interno anche diversi laboratori e attività che gli studenti hanno potuto sperimentare in prima persona. Tra questi la sartoria Lister e RadioFragola.

Altra meta della gita è stata la risiera di San Sabba, nato come stabilimento industriale per la lavorazione del riso e diventato durante la Seconda guerra mondiale campo di prigionia e Lager. Ad oggi è considerato un monumento nazionale, a testimonianza delle atrocità compiute durante l’Olocausto. Una struttura che è ancora intrisa di storia ed orrori, sebbene siano passati diversi decenni.

L’ultima destinazione è statail Castello di Miramare, storica residenza di Massimiliano d’Asburgo-Lorena, arciduca d’Austria e Imperatore del Messico, costruito tra il 1856 e il 1860. Oltre che essere una splendida struttura che si affaccia sul mare, è circondato da un magnifico giardino di 22 ettari che le classi hanno potuto esplorare liberamente, mentre hanno visitato con la guida gli interni del castello, che è stato adibito a museo.

In conclusione, questa gita è stata un’esperienza, per così dire, a trecentosessanta gradi: gli alunni hanno potuto toccare con mano molti aspetti a loro vicini e che fanno parte del loro percorso di studi. La maggior parte degli studenti l’ha definita una gita interessante e istruttiva, dalla quale hanno potuto apprendere molto, sia da un punto di vista storico e artistico, siada un punto di vista sociale e umano. L’hanno trovata anche divertente, poiché hanno potuto godere di una giusta autonomia, grazie alla quale hanno potuto passare il tempo con amici e compagni, camminare per la città e, tra le altre cose, stare insieme ai professori, rompendo quella tipica barriera che si crea tra alunno e insegnante.

Martina Luconi, 4 L LSU